L’idea gli venne nel 1860 di ritorno dal congresso di chimica di Karlsruhe (Germania). Il congresso fu molto importante; per la prima volta si riunivano scienziati di una singola disciplina e di molte differenti nazioni a dimostrare l’esistenza di una comunità chimica internazionale.
Mendeleev si rese subito conto che la Russia non aveva nessun libro che coprisse le novità introdotte dal congresso, così nel 1868 iniziò a scrivere il proprio trattato di chimica, in due volumi, che completò l’anno seguente. Il progetto prevedeva la riorganizzazione di tutti i 63 elementi chimici noti alla sua epoca. Decise di classificare gli elementi in funzione del loro peso atomico ed osservò una regolarità nella variazione della valenza (il potere di combinazione di ciascun elemento). Mano a mano che la stesura del suo trattato procedeva, si accorse che le proprietà chimiche degli elementi erano in stretta dipendenza con la posizione che occupavano in questa classificazione.
Dettaglio dell'arnia dedicata a Mendeleev © BUONO
L’ordine, orizzontale, che esprimeva l’incremento della massa, rivelava un determinato schema, in cui le proprietà chimiche si ripetevano in un ordine verticale. Ciascuno degli elementi disposti nel sistema periodico guadagnava così una precisa collocazione, data dall'intersezione tra periodi, le linee orizzontali, e gruppi, le linee verticali. Per rispettare l’esigenza che tutti gli elementi di una stessa colonna avessero la medesima valenza, Mendeleev fu costretto in alcuni casi a lasciare degli spazi vuoti nei punti in cui le proprietà chimiche non corrispondevano a quelle del gruppo. Questa fu la grande novità del chimico russo rispetto a quanti prima di lui avevano provato a dare un ordine agli elementi.
Tavola periodica degli elementi
Egli era riuscito a ideare una classificazione in grado di prevedere le caratteristiche degli elementi non ancora scoperti. In particolare, lasciò vuoti gli spazi sotto a boro, alluminio e silicio e chiamò questi elementi rispettivamente eka-boro, eka-alluminio ed eka-silicio. Alcuni anni dopo furono scoperti gli elementi gallio (1875), scandio (1876) e germanio (1886), che possedevano proprietà analoghe a quelle previste per eka-boro, eka-alluminio ed eka-silicio.
Furono queste previsioni, confermate dai dati sperimentali, a convincere la comunità scientifica del valore della tavola periodica. La tavola periodica, nel tempo, ha continuato ad aggiungere altri elementi. La scoperta dei gas nobili, verso la fine del XIX secolo, ha aggiunto una nuova colonna; nel secolo successivo, la fisica nucleare ha permesso di ottenere, artificialmente, nuovi elementi. Nel 1955 venne così sintetizzato l’elemento 101 chiamato Mendelevio (Md) in onore del chimico russo. Il 30 Dicembre 2015 la I.U.P.A.C (International Union of Pure and Applied Chemistry) ha certificato la scoperta dei quattro elementi chimici, 113, 115, 117 e 118 chiamati provvisoriamente: Ununtrio, Ununpentio, Ununseptio e Ununoctio.

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— buono (@ilmielebuono) 27 marzo 2017