Fu Presidente della Royal Society. Noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica (ricordate "Newton e la mela") contribuì in maniera fondamentale a più di una branca del sapere. E’ autore dell’opera Philosophiae Naturalis Principia Mathematica del 1687, nella quale è descritta la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, stabilì i fondamenti della meccanica classica.
Newton inoltre condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale. Newton diede per primo la formulazione della teoria gravitazionale, con la quale i fenomeni terrestri sono unificati a quelli celesti, rielaborando ed unificando le leggi di Keplero sulle orbite planetarie e quelle di Galileo sulla caduta degli oggetti.
Tra le sue opere maggiori ricordiamo quelle sulla teoria della luce e dei colori: fu infatti il primo a dimostrare che la luce bianca è composta dalla somma delle ‘frequenze’ di tutti i colori; quella sulle leggi del moto (la teoria dell’inerzia, la teoria di proporzionalità tra la forza e l’accelerazione e la legge di azione e reazione).
Newton occupa sicuramente una posizione centrale nella storia della scienza. Le sue tesi, rivoluzionarie al tempo della loro formulazione, vennero poi confermate da altri scienziati di livello mondiale come Albert Eistein, Max Plank, Heinrich Rudolf Hertz e James Clerk Maxwell.
Tra le curiosità che lo riguardano, sembra che durante un dettagliato studio di ottica, fece di se stesso la principale cavia, sondando il suo occhio con un ago smussato tipo punteruolo. Si presume abbia avuto due esaurimenti nervosi in relazione ad una disputa su aspetti legati alla sua teoria di ottica. Newton attribuì alla mancanza di sonno la causa degli esaurimenti, anche se gli storici menzionano altre cause possibili, tra cui l'avvelenamento chimico da esperimenti e gli effetti della sua depressione cronica.

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— buono (@ilmielebuono) 31 ottobre 2016
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